Abstract della tesi di laurea in Filosofia politica (Università di Siena) su "Egemonia e democrazia nei Quaderni di Antonio Gramsci"
Il mio lavoro si propone di evidenziare la centralità che assume il rapporto fra i concetti di egemonia e democrazia all'interno di quel grande progetto filosofico, politico, economico e culturale che sono i Quaderni. Secondo Gramsci, Lenin era riuscito a far progredire il marxismo non solo nella teoria politica ed economica, ma anche nella filosofia. Per instaurare la società regolata è necessario un solido progetto culturale. Fattore determinante dell' egemonia è la direzione intellettuale e morale. La grande innovazione di Gramsci rispetto anche a Lenin è l'indicazione della necessità di guadagnare il consenso prima ancora della conquista materiale del potere. Si può dire che il concetto di egemonia sia connesso, tanto in Lenin quanto in Gramsci, con quello di dittatura del proletariato, pur non identificandosi con esso. L'egemonia qualifica la dittatura del proletariato, il suo carattere espansivo.
Nel secondo capitolo prendo in esame come si è sviluppato il concetto di egemonia nei Quaderni. Esso affonda le radici nell'analisi del blocco storico in cui si manifesta la reale reciprocità di influenza fra struttura e sovrastruttura. Per Gramsci non esiste una struttura che muove unilateralmente il sovrastante mondo delle idee, non c'è una semplice connessione di causa ed effetto, ma un'insieme di relazioni e reazioni reciproche, che vanno studiate nel concreto svolgimento storico. Gramsci tende a considerare astratta la distinzione fra struttura e sovrastruttura: nella concretezza storica c'è convergenza fra l'una e l' altra, una convergenza che conosce la distinzione e la dialettica ma che si risolve in una unità reale. Gramsci nei Quaderni propone in tutta la sua generalità teorica un nuovo concetto di intellettuale: definito in base alla sua funzione di organizzatore. La determinazione del ruolo degli intellettuali non dipende dalle sole sovrastrutture o dall'ideologia; essa si genera anche in ciò che è specifico del modo di produzione. Per Gramsci non sono gli intellettuali come tali a consentire a una classe subalterna di diventare classe egemone, bensì il moderno Principe, il partito politico d'avanguardia, che è il luogo a partire dal quale conviene ripensare la funzione intellettuale. Analizzando il concetto di Stato, Gramsci sente il bisogno di sviluppare l'idea di Stato come apparato burocratico- coercitivo perché si rende conto che la crisi del capitalismo, in quanto crisi [END PAGE 61] dello Stato, si manifesta in primo luogo come crisi dell'egemonia borghese, ma anche che questa crisi non partorisce, spontaneamente, la rivoluzione socialista se non si costruiscono le condizioni di una nuova egemonia. Infatti Gramsci prende in analisi una concezione di Stato che comprende in sé sia l'apparato coercitivo che l'apparato egemonico della società civile.
Nel terzo capitolo analizzo il concetto gramsciano di democrazia nel suo sviluppo storico. Gramsci lega il problema della democrazia alle idee di consiglio di fabbrica e di partito proletario. Per Gramsci la democrazia proletaria non è un'ideologia democratica, un'atteggiamento teoricamente favorevole ai valori della democrazia: è invece la prassi della democrazia, si identifica con l'autogoverno.
Nel quarto e conclusivo capitolo cerco di mettere in luce il rapporto indissolubile fra egemonia e democrazia. Il concetto allargato di Stato permette a Gramsci di concepire un processo di estensione della democrazia in connessione con il concetto di egemonia: cioè una strategia che permetta alla classe subalterna di lottare per l'egemonia con lo scopo di mettere fine allo sfruttamento di classe, liberandosi cioè dalla condizione di classe subalterna senza aver bisogno di alleati subalterni. Infatti, sostiene Gramsci, scopo del marxismo non é quello di sostituire un'egemonia a un'altra, ma di trasformare il principio stesso di egemonia: cioè la lotta per l'egemonia della classe operaia deve giungere ad una "egemonia del proletariato" unica garanzia per la democrazia sostanziale.