Nel fascicolo datato "gennaio 1998" della rivista "Calabria", Giuseppe Carlo Siciliano, studioso di storia e presidente della Lega italiana della minoranza albanese, riferisce i risultati di una interessante ricerca sulle origini della famiglia di Gramsci.
La ricerca sulla presenza dei Gramsci in Italia (originata da una visita nella città di Gramsch, in Albania, a sud-est di Tirana) è partita dall'esame di 37.000 atti di morte nel periodo compreso tra il 1808 e il 1825, svolto presso l'Archivio di Stato di Cosenza, in Calabria, regione nella quale, come in altre dell'Italia meridionale, vivono numerose comunità di albanesi venute in Italia nel XVI secolo, per trovarvi riparo dalle invasioni turche. Siciliano appurò così che, nell'epoca considerata, il cognome Gramsci (con le varianti Gramisci e Gramesci) era presente in due paesi albrish (= albanesi) della regione: Plataci e Lungro.
Successivamente, l'autore ha rinvenuto due importanti atti notarili presso la sezione Castrovillari (cittadina della Calabria del Nord) dell'Archivio Notarile dell'Archivio di Stato di Cosenza. Nel primo, redatto a Plataci nel 1792, si legge: "...esso Don Nicola Gramsci, che fra gl'altri suoi beni, lasciatigli dal suo padre Gennaro Gramsci, possiede una vigna...". Nel secondo, lo stesso don Nicola fa atto di dote alla figlia Marianna, andata in sposa al tenente Gaetano Moreno. L'atto risulta redatto in Napoli il 27 aprile 1820 dal notaio Zeno e poi trascritto a Plataci dal notaio Bellusci.
Balza agli occhi il ricorrere di due nomi tipici della famiglia di Antonio Gramsci: Gennaro e Nicola, entrambi fratelli del Nostro. Nonché l'uso del "Don", che denoterebbe una famiglia originariamente certo non povera. E' inoltre confermato Plataci come paese originario della famiglia Gramsci in Italia.
La ricerca di Siciliano è continuata a Napoli, dove egli ha trovato presso l'Archivio militare borbonico un intero incartamento (mai aperto prima!) riguardanti le pratiche per la pensione di don Nicola. Dalle carte qui ritrovate l'autore apprende che Nicola è nato il 31 dicembre 1769, figlio di Gennao e di Domenica Blajotta. Che si è sposato (con la benestante "Maria Francesca Fabbricatore nativa della terra di Altamura, quale detta terra di Altimonti diocesi di Cassano"). Che dal matrimonio nacque a Plataci Gennaro (a cui viene dato il nome del nonno, come nella tradizione meridionale italiana). Don Nicola morì nel 1824 a Napoli. [END PAGE 40]
Di Gennaro, Siciliano trova tracce documentarie in diverse città: avviato anch'egli alla carriera militare, prima è a Cosenza, poi a Gaeta, da dove viene inviato dai Borboni a difendere la città di Castrovillari durante i moti insurrezionali del 1848 (ai quali presero parte molti italo-albanesi).
Il nostro autore prosege la sua inchiesta storiografica a Gaeta. In un volume di atti mortuari, fortunosamente ritrovato, si legge: "...nel giorno Otto del corrente Giugno milleottocentosettantatre alle ore undici e mezzo pomeridiane è morto nella sua casa in Contrada Vescovado il Signor Cavaliere Gramsci Gennaro marito di Donna Teresa Gonzales, di anni sessantuno, maggiore a riposo di Gaeta, figlio di Nicola e Fabbricatore Maria". Chiosa Siciliano: "E' da sottolineare che gennaro Gramsci aveva sposato una nobile, figlia di uno dei più noti principi del foro partenopeo, donna Teresa Gonzales".
E in un registro delle nascita della stessa cittadina campana è annotato: "L'anno milleottocentosessanta il dì sei marzo...(da) Donna Teresa Gonzales legittima moglie di don Gennaro Gramsci, di Gaeta di anni trenta domiciliata in Gaeta e dal Signor Don Gennaro Gramsci di anni cinquantadue di Professione Capitano di Gendarmeria domiciliato in Cosenza nasce il loro secondogenito. Donna teresa dichiara all'Ufficiale dello Stato Civile ... di dare al neonato il nome di Francesco, Alfonso, Erasmo, Giustino)".
È il padre di Antonio Gramsci. La sua famiglia non si trasferì dunque in Italia nel 1821, come egli pare credere, ma al tempo della prima, pacifica invasione degli albanesi, sotto l'incalzare dell'invasore turco, alcuni secoli orsono.